CINEMA
Sabato 2 giugno 2007, ore 21:00
(evento non prenotabile: è scaduto il termine per le prenotazioni)
Domenica 3 giugno 2007, ore 21:00
(evento non prenotabile: è scaduto il termine per le prenotazioni)
La vie en rose
Regia di Olivier Dahan. Con Marion Cotillard, Sylvie Testud, Clotilde Courau, Jean-Paul Rouve, Pascal Greggory, Marc Barbé, Caroline Sihol, Emmanuelle Seigner, Catherine Allégret, Gérard Depardieu. Genere Drammatico, colore, 140 minuti. Produzione Francia, Gran Bretagna, Repubblica Ceca 2007.
Dall’infanzia alla fama, dal trionfo alla disperazione, da Belleville a New York, la straordinaria vita dell’indimenticabile Edith Piaf, una delle leggende della canzone francese e internazionale. Nata nei sobborghi parigini, la diva è una notorietà sin da ragazzina. La sua voce, caratterizzata da mille sfumature, è in grado di passare da toni aspri a toni dolcissimi. Poche gioie, tanti dolori: incidenti stradali, coma epatici, interventi chirurgici, delirium tremens e anche un tentativo di suicidio. In una delle sue ultime comparse in pubblico, appare piccola e ricurva, con le mani deformate dall'artrite e i capelli radi. Solo una cosa era rimasta inalterata e splendida: la sua voce.
Il racconto del suo incredibile destino offre uno sguardo nell’anima dell’artista e nel cuore della donna. Personale, intensa, fragile e indistruttibile, pronta ad affrontare qualsiasi sacrificio per la sua arte. Una voce prestata a canzoni che restano per sempre nel cuore di chi le ascolta.
Fabio Ferzetti su Il Messaggero del 9 febbraio 2007
“Un esempio, oggi sempre più raro, di buon cinema popolare, pieno di ambienti, di personaggi, di sentimenti. Il ritratto di una figura leggendaria sbozzato con tratto generoso e rotondo, senza esibire artifici formali invadenti, ma evitando anche la retorica o le riverniciature di nuovo di tanti pessimi biopic. Si comincia dalla fine, con il "passerotto" (questo significa piaf in argot) che crolla in scena a New York, e si torna all'inizio di tutto, a quell'infanzia che sembra uscita dal peggior melodramma (...). Ci sono da raccontare le amicizie, la nascita leggendaria di certe canzoni (La foule, Je ne regrette rien), la mamma che riappare in miseria (è Clotilde Coureau), il poeta che affina il suo talento naturale, brutalizzandola se occorre, l'amore immenso e tragico per il pugile Marcel Cerdan, sposato e destinato a morire troppo presto (il piano sequenza in cui si illude di averlo accanto senza sapere che è caduto in aereo è un piccolo gioiello a parte); e poi la droga, l'America, l'Olympia, i dolori più segreti. Ma sempre per piccoli tocchi, partendo dagli stati d'animo, ignorando la tirannia di quei "fatti" che sono la palla al piede di ogni biografia. Intanto Marion Cotillard, truccatissima ma mai ridicola, invecchia, ringiovanisce, canta in playback, si confronta con la vera Piaf rilanciandone, auguriamoci, la leggenda con questo film "per tutti", come si diceva un tempo, che potrebbe accontentare, chissà, anche i palati più esigenti”.
Giuseppina Manin su Il Corriere della Sera del 9 febbraio 2007-04-23
“Piaf si nasce, non si diventa. Per provarci bisogna essere un pò temerari o un pò folli. Marion Cotillard, che forse ha entrambe queste virtù, ha tentato la folle scommessa. E ha vinto (...). Capace di entrare nella pelle dolente della leggendaria Edith senza mai eccedere, cadere nell' imitazione, nel grottesco (...). Abile impasto di verità e mélo, di grandi passioni e grandi canzoni, di un mondo bohémien e maledetto che non c' è più. O per lo meno non ha più quella grandezza e quel fascino”.
Si accettano solo prenotazioni con pagamento on-line mediante Paypal o Satispay
Biglietto intero: 5.00 €
Biglietto ridotto per ragazzi fino ai 14 anni/soci Sala: 4.00 €