domenica 8 settembre 2024 ore 03.47

EVENTI VARI

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ETTY HILLESUM

Venerdì 26 gennaio 2024, ore 11:00

L'assessorato alla cultura di Brendola e l'Ist.Scolastico Muttoni di Brendola-Sarego presentano:

ETTY HILLESUM

 

 

 

 

Giornata della Memoria solo per le scuole

L'assessorato alla cultura di Brendola e l'Ist.Scolastico Muttoni di Brendola-Sarego presentano:

 

Lettura di alcune pagine scelte dal diario di 
Etty Hillesum
 
Theama Teatro
Con: Piergiorgio Piccoli, Anna Zago, Carlo Properzi Curti e Aristide Genovese
 
Alle tastiere: Roberto Jonata
 
 
La vita di Etty Hillesum si può racchiudere in uno stupendo verso di Rilke: “anche se non vogliamo Dio matura”. Una vita assai breve, caduta come seme nel solco della storia il 30 novembre 1943, nel campo di concentramento di Auschwitz.
Per lunghi anni questo seme è rimasto ben custodito, praticamente sconosciuto fino a quando – nel 1981 – il suo fittissimo Diario ed alcune Lettere sono stati raccolti, pubblicati e tradotti in varie lingue.
Per la forza e l’audacia con cui ha vissuto il suo tempo, Etty è così divenuta inconsapevolmente maestra. Queste pagine, scandite su quaranta tappe, le stesse di un insolito ma coinvolgente cammino quaresimale, conducono alla scoperta del suo amore maturo, adulto che avverte la pienezza donandosi al mondo, nonostante l’urto traumatico con la violenza estrema. Difficile trovare, nella nostra esperienza contemporanea, una introspezione così profonda nel mistero della vita da lei avvertito come enigma: “siamo noi stessi a derubarci da soli. Trovo bella la vita, e mi sento libera. Credo in Dio e negli uomini e oso dirlo senza falso pudore. La vita è difficile ma non è grave”.
Una pagina significativa del suo Diario, scritta il 20 luglio 1942, in piena occupazione dell'Olanda :
 
“ Sabato sera, mezzanotte e mezzo 
(…) Per umiliare qualcuno si deve essere in due: colui che umilia, e colui che è umiliato e soprattutto: che si lascia umiliare. Se manca il secondo, e cioè se la parte passiva è immune da ogni umiliazione, questa evapora nell’aria. Restano solo delle disposizioni fastidiose che interferiscono nella vita di tutti i giorni, ma nessuna umiliazione e oppressione angosciose.
Si deve insegnarlo agli ebrei.
Stamattina pedalavo lungo lo Stadionkade e mi godevo l’ampio cielo ai margini della città, respiravo la fresca aria non razionata. Dappertutto c’erano cartelli che ci vietano le strade per la campagna. Ma sopra quell’unico pezzo di strada che ci rimane c’è pur sempre il cielo, tutto quanto.
Non possono farci niente, non possono veramente farci niente.
Possono renderci la vita un po’ spiacevole, possono privarci di qualche bene materiale o di un po’ di libertà di movimento, ma siamo noi stessi a privarci delle nostre forze migliori col il nostro atteggiamento sbagliato: col il nostro sentirci perseguitati, umiliati e oppressi, col il nostro odio e con la millanteria che maschera paura. Certo ogni tanto si può esser tristi e abbattuti per quel che ci fanno, è umano e comprensibile che sia così. E tuttavia: siamo soprattutto noi stessi a derubarci da soli.
Trovo bella la vita, e mi sento libera.
I cieli si stendono dentro di me come sopra di me. Credo in Dio e negli uomini e oso dirlo senza falso pudore.
La vita è difficile, ma non è grave.
Dobbiamo prendere sul serio il nostro lato serio, il resto verrà allora da sé: e “lavorare se stessi” non è proprio una forma di d’individualismo malaticcio.
Una pace futura potrà esser veramente tale solo se prima sarà stata trovata da ognuno in se stesso – se ogni uomo si sarà liberato dall’odio contro il prossimo, di qualunque razza o popolo, se avrà superato questo odio e l’avrà trasformato in qualcosa di diverso, forse alla lunga in amore se non è chiedere troppo. E’ l’unica soluzione possibile.
E così potrei continuare per pagine e pagine. Quel pezzetto d’eternità che ci portiamo dentro può esser espresso in una parola come in dieci volumi.
Sono una persona felice e lodo questa vita, la lodo proprio, nell’anno del Signore 1942, l’ennesimo anno di guerra. ”
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Comune di Brendola