La Sala della Comunità e FramEvolution presentano la XXVII rassegna di World Music 2023
(Mongolia)
La musica dei mongoli ha il respiro della libertà
La musica di un paese prende forma dal suo paesaggio e dal modo in cui vive la sua popolazione.
La Mongolia, nel cuore dell’Asia, è una nazione vasta, quasi quanto cinque volte la Germania. Le praterie infinite del sud degradano nell’arida bellezza del deserto del Gobi. Dalle cime innevate dell’Altai e del Changaj fiumi di acque chiare si riversano in foreste e pianure. Una gran parte dei più di due milioni di mongoli vive ancora oggi allo stato nomade, in armonia e al ritmo della natura, insieme ai loro ‘cinque gioielli: cavalli, cammelli, mucche, pecore e capre.
La musica dei mongoli ha il respiro della libertà e l’energia della vita semplice immersa nella natura.
ENKHJARGAL è considerato tra gli ambasciatori musicali del suo paese. Con il suo virtuosismo, trasmette musicalmente l’armonia della propria cultura. Canta alla maniera khomii e suona morin khuur, uno strumento con due sole corde in crine di cavallo, suonato come un violoncello Il Khomii è una speciale tecnica di canto ‘di gola’, uno stile in cui le tonalità fuori dalla scala sono modulate nello stesso tempo in cui viene cantata la melodia di base (diplofonia).
La musica del gruppo di ENKHJARGAL impressiona in virtù della varietà e della pienezza di grazie. Con i loro raffinati arrangiamenti, interpretano sia canzoni tradizionali che lavori di compositori mongoli contemporanei. I loro pezzi hanno sovente la qualità e la trasparenza della musica da camera, pur mantenendo il potere incantatorio delle tradizioni popolari. Par quasi di sentire risuonare gli zoccoli dei piccoli e robusti cavalli mongoli dietro cui Genghis Khan fondò uno dei più grandi imperi mondiali di tutti i tempi. Una musica che ci porta al nitido silenzio del deserto del Gobi, dove solo il vento canta tra le dune.
Da un lato le sonorità mongole appaiono strane e misteriose alle orecchie occidentali. In particolar modo i canti khoomii lasciano senza parole. Dall’altro la musica suona familiare, esprimendo i sentimenti di base dell’umanità: amore, preoccupazioni e riconoscenza. I musicisti ci avvicinano a una cultura affascinante della loro terra così lontana, dimostrando nel contempo come aldilà di tutte le differenze culturali che vi possono essere, sussista sempre un elemento comune dell’umana esistenza.
Enkhjargal si è esibito nei più importanti festival fra cui il WOMAD di Peter Gabriel nel 1994, il Wacken metal all'aperto davanti a 100.000 persone o il festival "Violons sur le Sable" davanti a 50.000 persone con l'orchestra dell'Opera de Paris. Il pubblico di Offenburg lo conosce per le sue apparizioni al "Klangwelten.
Formazione:
Enkhjargal Dandarvaanchig: Morin Hoor &Throat Ginger,
Solongo Damdin: Huuchir
Tungalag Purevdorj: Yatga