La vita è l'arte dell'incontro
3 marzo 2022
Nelle loro vene scorrono Argentina, Italia, Inghilterra... E un pizzico di Bosnia. I loro cuori pulsano al ritmo delle clavi afroamericane, tra cumbia e son, MPB e tropicalismo... Ma i loro sogni d'adolescenza, pronti a tornare alla riscossa e ansiosi di raccontare il mondo, sono pieni di rock e psichedelia, canzoni d'autore e letteratura. I SuRealistas sono una vera band, come quelle dei tempi che furono. Nessun leader: il loro simbolo non è una piramide ma un cerchio, capace di racchiudere più idee, più voci e più colori. «La vita è l'arte dell'incontro», diceva Vinícius de Morães: così, al crocevia tra tanti sogni è nato il sogno dei SuRealistas, popolato di canzoni originali e al tempo stesso piene d'amore per la tradizione afroindoamericana.
Dopo due tour europei (Francia, Belgio, Olanda, Germania, Svizzera, Slovacchia, Slovenia e Ungheria), tre album di inediti e tre videoclip («Canta», «Vida mía» e «Perro Desobediente»), le priorità dei SuRealistas sono chiare: tenere gli occhi sempre aperti sul mondo e i piedi sempre pronti a danzare. Questa è la chiave del loro realismo, ora magico e onirico, ora teatrale e nonsense, ove «Sur» non è solo Sudamerica ma anche sud del mondo e periferia, minoranza e diversità, una natura da preservare e un mondo che non sa bene dove andare. Ogni loro concerto è un rituale catartico e un inno alla vita, al canto e alla danza che difficilmente dimenticherete.